Come sta cambiando la scrittura dei ragazzi trentini, sulla base della lingua parlata

L’italiano come lingua in evoluzione, il dibattito a Educa sulla base della ricerca IPRASE

Durante la mattinata di domenica 21 aprile, a Educa, il momento di confronto con Carla Marello, Matteo Motolese ed Elvira Zuin prende le sue mosse dalla ricerca condotta da IPRASE su “Come cambia la lingua a scuola”.

Una ricerca complessa dal punto di vita quantitativo e qualitativo, che muove da un corpus di circa 3000 compiti di italiano di quinta superiore, in un arco temporale esteso dal 2001 al 2006. L’intento della ricerca è stato di comprendere quanto la lingua d’uso comune sia entrata nella lingua scritta della maturità, e i principali cambiamenti avvengono nell’estetica dell’ortografia, con un uso massivo e allargato del capoverso, del maiuscolo, e soprattutto, a livello grammaticale, un uso più colloquiale dei verbi congiuntivo e gerundio, soprattutto a favore rispettivamente delle forme verbali dell’indicativo e dell’infinito, così come fa notare durante il dibattito Carla Marello.

Per allargare la ricerca allo stato di salute della lingua italiana si deve prendere in considerazione il contesto di riferimento della ricerca, condotta durante un momento di assoluta trasformazione: ci si riferisce a studenti che oggi hanno tra i 20 e i 40 anni, e che hanno vissuto in una dicotomia progressiva tra l’italiano della scuola e quello usato “fuori”. Come sostiene Matteo Motolese, oggi siamo in fase avanzata, e netta, rispetto a questa tematica: il cambiamento in atto è significativo su due diversi aspetti. Il primo aspetto riguarda il tempo di scrittura, ed è relativo al fatto che attraverso l’uso di dispositivi digitali c’è un cambiamento nella percezione del tempo di scrittura. Al giorno d’oggi siamo stati abituati a pensare a un testo la cui scrittura è fatta per essere letta in modo istantaneo, e ovviamente questo ha un impatto significativo nella percezione della scrittura. Chi è cresciuto, infatti, in un sistema più rigido è abituato a scrivere (e ragionare su un testo) in diverse condizioni, mentre oggi assistiamo a una desacralizzazione della scrittura: si scrive in qualsiasi condizione e si condivide il testo in modo istantaneo, tendendo quindi a confondere i diversi piani, con una ricaduta anche nella scrittura più formale e formalizzata.

Il secondo aspetto riguarda invece il rapporto di scrittura, cioè il rapporto tra l’autore e il testo che scrive, oggi mediato dai dispositivi elettronici. Una mediazione che influenza il rapporto su diversi livelli, perché porta a una frammentazione diversa del testo.

L’analisi di IPRASE “Come cambia la lingua a scuola” ha valutato una situazione in un momento di inizio di qualcosa che sarà sempre più marcato: il fatto che i dispositivi elettronici suggeriscono la lingua, reagiscono, correggono. Un processo che può produrre un probabile indebolimento delle capacità di controllo ortografico, e un cambiamento nella percezione dell’ortografia, come un qualcosa che si può anche non controllare, in un continuo e veloce avvicinamento tra scritto e parlato, anche nella tolleranza dell’errore.

Per questo, è necessario mantenere uno sguardo duplice, cioè osservare i cambiamenti nella lingua senza averne timore, le innovazioni sono fondamentali nella lingua poichè rispondono a esigenze comunicative. Spesso la grammatica e la lingua sono una questione filosofica e non regolamentare, per questo è necessario recuperare valori di verità e basi di logica. Il linguaggio non è una questione solo umanistica, ma anche scientifica, fa notare Elvira Zuin, e che dunque investe diversi aspetti della scuola e della vita quotidiana, e ha bisogno di politiche culturali molto più ampie, creando un aspetto sistemico e che dia alla consapevolezza, l’attenzione e il tempo di apprendimento il giusto valore.

La lingua e il tempo sono concetti strettamente connessi: la lingua è un costrutto che cambia nel tempo, che risente in modo evidente dell’evoluzione della società. La lingua è qualcosa di vivo e che evolve, connessa al tempo in cui sta.

EDUCA è promosso da Provincia autonoma di Trento, Università degli Studi di Trento e Comune di Rovereto, organizzato da Consolida con la supervisione per la formazione di Iprase, il supporto scientifico di Fondazione Bruno Kessler, Fondazione Demarchi e il sostegno di Federazione Trentina della Cooperazione, Casse Rurali Trentine e Coop Trentino Sait. Direzione parte artistica: ImpactHub Trentino.  

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